11 giugno 2012

Ovvietà adesive

Io non mi ricordo mai niente.

Frutta, verdura, latte. Questo c'era scritto sulla mia ultima lista della spesa. Dai, le solite cose! Alzino la mano in quanti si dimenticano di mettere queste cose nel carrello al supermercato. Nessuno, è chiaro. Mai che mi venga in mente di scriverci, che ne so, struccante. E' che quando mi accorgo che è finito sono tendenzialmente in bagno, la sera, e mi sto lavando i denti fissando la boccetta praticamente vuota; ora che raggiungo la borsa, di là, con il necessaire per segnarlo in lista, ciao, vai a capire dove l'ho appoggiata "stavolta". E taaac. Mi dimentico.

Ora, questo era un esempio, ma succede sempre così: io mi appunto solo le cose inutili. Sui miei post-it ci sono segnate esclusivamente cose che mi ricordo benissimo di dire, fare, comprare, lettera e tes... ah no.
E poi, fatemi capire un'altra cosa: i vostri, di post-it, rimangono appiccicati dove volete voi? No perchè i miei si staccano sempre, e capite dunque quanto mi siano utili allo scopo.


Non mi ricordo neanche mai dove lascio il blocchetto, specialmente in ufficio, sulla mia scrivania, dove a volte se ne rimaterializzano due o tre pacchetti alla volta, appena cominciati, quasi alla fine o lasciati a metà, sempre con sopra appunti di cose non fatte: "...l'avevo scritto, ma ero al telefono, poi ho perso il blocchetto..." e ri-ciao.

Non mi saranno di alcuna utilità, ma quanto mi piacciono quei blocchetti colorati. Quando ne vedo uno, l'impulso di scriverci sopra diventa irrefrenabile. Soprattutto quando non sono miei, un messaggio per il proprietario lo lascio sempre. Un saluto, una battuta, una semplice ovvietà. Una roba di cui puoi anche tranquillamente dimenticarti, insomma.





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