9 ottobre 2012

Acqua azzurra acqua Chiara


Le domeniche pomeriggio d’inverno, dopo il consueto pranzo a casa dei nonni, mamma e babbo mi portavano a fare un bel giro con la macchina. La meta  era sempre il lago.
Quello finto dicevo io. Perché era artificiale. L’acqua blu e la foresta sommersa. La chiesa spostata per dar spazio all’acqua. Il vecchio albergo bombardato. Loro raccontavano storie di tempi lontani e io con la mia gonnellina scozzese ascoltavo rapita le loro parole.

D’estate c’era il mare, splendido, infinito, calmo. L’odore del caffè che usciva da quelle caffettiere che mio padre disegnava sulla sabbia quando eravamo solo io, lui, i gabbiani, l’alba e il mare.

Crescendo, tutta quell'acqua intorno mi stava stretta. E mi sono affacciata curiosa e assetata  sulle sponde del più biondo dei  fiumi. L’acqua non aveva il colore che usavo per disegnarlo. Ma il Tevere coi suoi ponti, i suoi tramonti, il traffico intorno, il logo della mia tesi, le lacrime sulle note di Someone like you,  ha stregato il mio cuore e mi ha strappato una promessa … ritornerò.

 L’ho abbandonato per l’Arno, dal profilo nobile, altero, a tratti presuntuoso e arrogante… anche lui ha saputo strapparmi un sorriso e una lacrima e mi ha fatto emozionare, nonostante lo abbia odiato profondamente. Percorrendo le sue sponde con la mia nuova bici e le cuffie alle orecchie mi son fatta stregare dalla chiesa di  San Miniato che sorveglia dall’alto. Dal  prezioso Ponte Vecchio. Dal  parco delle cascine. E cosi, anche con lui, siamo diventati amici.

Fra i due fiumi intanto un altro lago chiamato amore è entrato prepotente nella mia vita, devastandola come solo l’acqua irrequieta sa fare, lasciando tracce indelebili in me. Calmo meraviglioso e bello. Capace di cullarmi come solo la sua voce sa fare. Visto poche volte coi miei occhi, ma tante coi suoi che lo amano.  E per osmosi  l’ho amato anche io, come se mi appartenesse.
E ora riparto, verso le sponde di un nuovo fiume… perchè non si dica che non siamo fatti di acqua.

"Per tutto questo tempo sono rimasta ai bordi della vita, 
guardandola passare. 
Ora però in quel fiume voglio nuotare. 
Voglio sentire addosso la corrente." 
(N. Horan, da Mio amato Frank)




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