11 febbraio 2013

GRAZIA, il concorso

Partecipare ad un concorso è roba da donne, soprattutto quando si tratta di bellezza.
Interiore, nel nostro caso, mettiamo subito le mani (smaltate) avanti.
Noi, donne, riunite una di seguito all'altra per far leggere la bellezza di un pensiero che non è solo rosa, ma può, attraverso i nostri diversi modi di sentire, assumere almeno 11 colorazioni.
E no, le sfumature sono decisamente più di 50.
E' la molteplicità il nostro punto di forza, e quello da cui partiamo per partecipare al concorso di Grazia: quante accezioni può avere una parola?
Quanti significati diversi può assumere a seconda delle dita da cui scorre?
E' quello che facciamo sempre, perchè non farlo anche questa volta...è un po' il nostro Lifestyle...



Un ricordo di Grazia.


Una amica di mia sorella, si chiama Grazia.
Erano a scuola insieme, oltre 20 anni fa.
Ora è sposata, con  uno dei più bei ragazzi del mio paesello, e se non erro ha più o meno un trilione di figli.
Ma quando lei e mia sorella andavano a scuola, e salivano sul pullman che le portava verso Como, tutti i ragazzi la guardavano estasiati pensando.. "Ecco che arriva La Grazia di Dio".
La sua dolcezza, quegli occhi verdi o azzurri che ti trapassavano il cuore, la delicatezza nei modi.. io la ricordo vagamente così.
L'ho rivista settimana scorsa, in giro per il paese, e devo ammetterlo.
Io non l'avrei chiamata "La Grazia di Dio", ma "Colei che ha ricevuto la Grazia di restare una pheega della Madonna".
The Iron Lady

Una grazia un dono

Quante volte ho sentito urlare, implorare, chiedere una Grazia a Dio...o a chi per Lui... (Sì, ok, ogni tanto la chiedo anche io per trovare un fidanzato!). Richieste come lettere a Babbo Natale o alla lampada di Aladino.
Ma siamo sicuri che funzioni così? Io non ci credo tanto...
Per cercare di capire cosa fosse sono andata a cercarne la definizione e quella più ricorrente è: "La Grazia è un dono profuso gratuitamente da Dio". Ovvio allora che i conti non mi tornano, la mia mamma mi ha sempre detto che i regali non si chiedono, altrimenti non sono regali.
Perchè i regali più belli sono quelli che non ti aspetti, quelli che non sai di desiderare e che quando li apri pensi che la persona che te lo ha fatto ti ha letto nel pensiero, che ti conosce proprio bene. E ancor più bello è quando il regalo arriva "in nessuna occasione particolare". Quindi basta chiedere. E ognuno di noi avrà il suo regalo, la sua Grazia che altro non è che la felicità.
La Principessa col Righello 



Stato di Grazia 

Dicono che una donna raggiunga l'apice del suo fulgore a 24 anni, dopo di che cominci ad invecchiare. (Ahia, che dolore, eh? Eh lo so, care mie) Indi, in teoria, con lo scoccare del millesimo di secondo successivo al compimento del ventiquattresimo anno d'età... SPATATRAC!  Il tracollo. Il triplo collo. Il doppio mento. Il quarto culo. L'occhio perde di lucentezza, il seno si affloscia sempre di più e siamo già sull'orlo del baratro. Basta solo il minimo commento della zia con l'evergreen dei suoi successi, ovvero : "ma che, ti sei un po' ingrassata ultimamente?" et voilà, iniziamo a vedere con altri occhi la linea gialla della metro. Ed io? Che a trenta suonati sogno ancora di essere un giorno magra, figa, sicura di me e con il sorriso radioso di chi ha capito tutto? Ma dai, diciamolo, io a 24 anni ero ancora una sprovveduta, un passerotto appena uscito dal nido... 'na cretina insomma. Vuoi mettere con la donna consapevole e grintosa che sono oggi? E  tutto sommato mento, collo e tutto il resto tengono botta... Ah no, mi spiace. Il mio stato di Grazia deve ancora arrivare.
La Senhorita Flor

 
Concediti la Grazia.

Condannata a giornate claustrofobiche nella cella 1x1 dei pensieri a te rivolti.
Detenuta dall'attesa dell'ora d'aria che mi concedi.
Internata la follia che da dentro mi incamicia a forza.
Sei tu, sentenza e pena che non mi sconti, nemmeno per cattiva condotta.
Come potresti, tu, la mia pena principale, essere anche solo in parte sostituita da una meno grave?
Non c'è clemenza nei tuoi gesti, diritto mio a chiederti la Grazia, perchè non c'è cortesia nella passione.
Liss And Curl


Le tre Grazie.

Il segreto è evitarle.
Evitare starnazzanti gruppi di oche giulive dalla taglia 38 e dal vertiginoso stacco di coscia. Di solito vanno in giro in tre, a braccetto. Indicano, ridono, affondano artigli laccati in borse trapuntate di raso e con ciondoli dorati. Ammiccano sicure all'altro sesso dietro grandi occhiali specchiati.
Pensi che le manchino solo le piume, ma in realtà sono avvolte da un boa blu che le incatena strette, come una bomboniera.
Per quanto tu possa provare invidia per la loro spensieratezza, per l'agilità con la quale calzano un tacco 12 e per la disinvoltura con cui portano il rossetto oltre il limite naturalmente dalle labbra, evitale.
Se almeno per una volta hai recitato per gioco la loro parte ma non ti senti rappresentata da questa sfumatura femminile, evitale.
Ma sappi che prima di scappare, le sentirai arrivare. Ne sentirai odore e rumore.
Allora, respira, trattieni la rabbia e limitati a pensare:
"Eccole che arrivano: Grazia, Graziella e Graziealcazzo".
Senzazucchero


Cerco pace.
 

La mattina appena sveglia mi prende subito la frenesia, presto presto presto!!!!!!
Fare colazione, presto!
Svegliare i bimbi e prepararli, presto!
Uscire di casa e accompagnare i bimbi a scuola, presto!
Ma una volta lasciati i teneri pargoletti sull'uscio di scuola, la sento, la riconosco, quasi mi pervade....è lei.....
è la santa voglia di STARE IN GRAZIA DI DIO(che poi io pronuncio "Vogghj' sta' in grazjDDDij').
E' una sensazione che forse solo alcune casalinghe esasperate come me possono riconoscere e capire.
E' il momento in cui rientri in casa e ti attende solo ed esclusivamente il silenzio...la pace...la GRAZIA!
Niente marito, niente figli, niente di niente...
Che poi quando osservi la cucina piena di tazzoni e bricchi sporchi, il bucato da stendere, i letti da rifare e tutto il resto... lo stato di grazia passa presto...ma in fondo, che ci frega?
La casa la possiamo comunque rassettare IN GRAZJDDDIJ'!
Stancame


La mamma.

La mia mamma era abbonata (che poi penso sia ancora fedele lettrice ora). E già, erano di Grazia le pagine patinate che sfogliavamo insieme quando ero bambina. Ricordo felice.
La K



Un aggraziato grazie, spero.


Quanta grazia ci vuole nel crescere una figlia?
Quanta grazia ci mette una donna nel dedicarsi ad una creatura che tramite lei deve trovare il proprio modo di stare al mondo?
Quanta grazia c'è nel gesto di una madre che vede questo frutto del suo grembo lasciarle la mano per la prima volta, e traballante affrontare i suoi primi passi da sola?
Quanta grazia, già... Non lo so, ma mia madre, Grazia, lo ha fatto, a modo suo. E per ogni cosa che ha fatto, con grazia o meno, non posso che esserle grata. E se di Grazia sarò piena nella vita, è perché in ogni mio gesto ci sarà un po' di lei.
La Cozza


Una grazia salvaVeeta.

Sì, anche io ho un mio blog. Ci scrivo d'impulso e prima di pubblicare butto un'occhiata in giro, perché sono una precisetti e voglio che la mia originalità non sia troppo simile a quella di qualcun altro. Spesse volte però mi prende un tic. Mi si storce il naso, mi pizzicano le mani, mi gocciola il naso e mi lacrimano gli occhi. Anche e soprattutto quando correggo una mia bozza per l'ennesima volta. Post, tweet, blog, sono ovunque. Parlo degli ERRORI, tutto un bagaglio di pressapochismo che si accompagna troppe volte, e purtroppo in modo proporzionale, alla voglia di apparire. Ma cosa ci ha fatto questo Italiano? Spendiamo tanto, ma tanto tempo dietro a layout, sfondi, immagini, ci impegniamo con gusto in pose davanti/dietro/tutt'intorno a uno specchio, ma una rilettura prima di fare invia, no. Quella mai. Stiamo condannando l'Italiano alla gogna. E allora Signor Internet, Vostro Onore del web, con il capo chino e incenerato, chiedo a Voi la Grazia per la nostra povera lingua bistrattata, ché possa salvargliela, la vita. La chiedo con il cuore e i congiuntivi tutti al posto giusto.
La Vee



RinGrazia.

C'è chi sta peggio.
C'è chi non arriva alla fine del mese.
C'è chi non ce la fa.
Si, lo so.
Le difficoltà sono tante.
Ma il il tempo è adesso.
Non è possibile mettere la vita in pausa.
Non è possibile aspettare.
Non è accettabile una generazione appesa ai ricatti di lavoro.
L'incertezza genera zoppia dell'autostima, timore, sospetto.
Ci costringe a sentirci fortunati per una condizione neppure vagamente normale.
Autorizza chi il lavoro lo concede a chiedere il triplo pagando la metà.
Ci troviamo castrati nell'ego, sfiniti e scoraggiati.
Vecchi da subito, senza abbastanza esperienza perchè il rinnovo dei contratti significherebbe assunzione.
Coatti, finiti partitaivisti a spergiurare che no, non è nostra questa scrivania.
Avere un lavoro a queste condizioni non può essere una Grazia.
E io non ringrazio.
La Saki




Se ti piace Porcæva, votalo QUI per il concorso di Grazia. 

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